Docenti indecenti: cronaca di una mattinata noiosa

Niente di nuovo. Niente di bello. Si potrebbe sintetizzare così la giornata di ieri. L’assemblea tra studenti, autorganizzatisi nella Assemblea contro il taglio degli appelli, e docenti della Facoltà degli Studi Umanistici si è chiusa con un nulla di fatto. Alla richiesta delle motivazioni per le quali è stato votato questo taglio, Prof. Paulis ha risposto con un soporifero intervento, una pioggia di numeri che tutto volevano esprimere tranne le motivazioni richieste. O almeno non direttamente. Non che ci si potesse aspettare nulla di diverso da chi ha voluto e approvato il taglio (che, ricordiamolo, ha portato il numero degli appelli annui 11 a 8 appelli per gli studenti fuori corso, da 7 a 6 per gli studenti in corso).

taglio appelli sfondo copiaE’ questa – quella del taglio degli appelli – una tendenza diffusa. Dalla Facoltà degli Studi Umanistici, a Ingegneria, per arrivare al Polo Giuridico-Economico. Diffuso, quindi, l’ennesimo attacco alle nostre vite di studenti alle prese con borse di studio e servizi insufficienti, lavori sottopagati e in nero, con i problemi legati al pendolarismo,  con l’imposizione di tempi e ritmi di produttività (proprio questo il termine usato ieri da Prof. Paulis). Pochi di noi riescono a reggere i ritmi. Gli altri, invece, vedono anche grazie a decisioni di questo tipo, peggiorare la propria condizione ed aumentare la probabilità di incappare nelle sovrattasse (fino al 30 % in più) e nella tassa di discontinuità. Tutto ciò dimostra l’intento da parte della nostra università di sopperire al taglio degli FFO di spremerci come fonte di risorse.

Ma l’assemblea di ieri ci consegna un dato ulteriore. La trasformazione in atto nel corpo docente. Stavolta, infatti, i responsabili di questo taglio sono solo in parte da ricercare nelle stanze del ministero. L’altra l’abbiamo incontrata ieri. Nonostante le belle parole espresse contro la Riforma Gelmini, contro la quale migliaia di giovani studenti e studentesse precari eressero barricate a Montecitorio negli scontri del 14 dicembre 2010, oggi i docenti se ne rivelano zelanti esecutori. Poco conta la qualità della didattica. L’importante è restare a galla o sopravanzare i colleghi in graduatoria, dedicando sempre più tempo alla ricerca.

Il loro comportamento, da possibili interlocutori, li costituisce come controparte. Il livello del dialogo è saltato. Non siamo disposti ad accettare passivamente questo attacco. Rivogliamo mettere al centro dell’Università la conoscenza, gestire autonomamente il nostro percorso formativo ed i suoi ritmi. Ma non possiamo aspettare che tutto questo piova dal cielo. Questo è quello che emerso dall’assemblea che nel pomeriggio ha deciso di rilanciare. Il primo passo è lottare dentro la nostra Università per riprenderci quello che ci spetta: 11 appelli!

ASSEMBLEA STUDENTESCA

Martedì 11 marzo – ore 11

Atrio Corpo Centrale Magistero