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Report di un’assemblea senza docenti

Che dire dell’assemblea di oggi? Tutti noi che aspettavamo i docenti, i responsabili del taglio agli appelli, non abbiamo trovato che Prof. Paulis e Prof. Virdis. Sostenevano l’impossibilità per i colleghi di avvicinarsi all’assemblea in mancanza di preavviso. Due mesi d’anticipo, concordare l’appuntamento con il Preside come hanno fatto i ragazzi dell’Assemblea contro il taglio degli appelli evidentemente, per loro, non basta.

E’ evidente come non ci sia nessun interesse da parte loro a confrontarsi con gli studenti, uscire dai propri uffici per vedere come le loro decisioni si ripercuotano sulla nostra pelle, alle prese con borse di studio e servizi insufficienti, lavori sottopagati.

Non molliamo. Se loro non sono disposti ad ascoltarci saremo noi, molto presto, a farci vedere.L’obiettivo è uno solo: 11 appelli! Non siamo disposti a cedere di un millimetro.

 

Assemblea Venerdì 28 Febbraio – ore 11 Atrio Corpo Centrale

 

Sono invitati anche i docenti. Certo, vista la giornata odierna, non ci aspettiamo molto da chi è parte del problema. Certo è che se dovessero decidere di non presentarsi, sarà chiaro come da parte loro non ci sia alcuna disponibilità al confronto. E non ci sarà neanche da parte nostra!

 

#RIPRENDIAMOCI GLI APPELLI!

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Nuovo Anno Accademico: NULLA DA FESTEGGIARE!

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Oggi 13 Gennaio 2014 il Magnifico Rettore ha inaugurato il nuovo anno accademico. Un nuovo anno all’insegna dei tagli presentati come razionalizzazione del sistema. Lo abbiamo ricordato ai professori e alle autorità ammesse ad assistere alla cerimonia, insieme ai lavoratori dei servizi di pulizie, portierato e servizi esecutivi. L’attacco nei loro confronti è un attacco a tutti noi. Per tutti noi però, a differenza di professori imbellettati e complici sindacati studenteschi, non c’era posto. Alle cerimonie così come dentro l’Università, sempre più un luogo per pochi. Il “buon risultato” – per usare le parole del Rettore Melis, fresco di nomina a rappresentante CRUI alla Conferenza Universitaria Nazionale (CUN) – conseguito con la previsione di bilancio per il nuovo anno accademico è un ulteriore attacco alle condizioni di lavoratori e studenti, alle prese con una didattica scadente e lavori sottopagati. Quali sono, però gli effetti di questo “buon risultato” , riportato anche grazie all’esternalizzazione dei fondamentali servizi di pulizia, portierato e multiservice?

– taglio del 20 % delle ore lavorative per coloro che si occupano delle pulizie, nonostante questi vengano contemporaneamente utilizzati come forza lavoro per l’adempimento di altre funzioni;

– deroga al Contratto Nazionale imposta da una delle ditte appaltatrici, che continua a fare riferimento ad un contratto non sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, che aspettando arrivi la Grazia stanno a guardare; libera di fare ciò che ha voluto, l’azienda dopo aver ridotto l’orario di lavoro al personale, dichiarato “in esubero”, ha provveduto nuove assunzioni alla faccia degli altri dipendenti.

Come non spendere una parola il consueto massiccio impiego di forze di polizia a protezione del palazzo e le autorità che, al suo interno, si godevano la cerimonia alla faccia nostra e dei lavoratori.

Nuovo anno accademico: nulla da festeggiare.

22 Novembre: Non un passo indietro

22 novembre

Non un passo indietro. E’ questa l’indicazione che esce dalla giornata di mobilitazione indetta dagli studenti del Collettivo Autonomo Studenti Casteddu, alla quale abbiamo risposto con grande entusiasmo. Una giornata che aveva un obiettivo: l’assedio alla Regione, come parte di un sistema di potere che ha come unica risposta alla crisi quella delle politiche di austerità, i cui effetti subiamo nella vita di tutti i giorni. Dal caro libri, al caro trasporti, alla carenza di fondi per il diritto allo studio (vedi aumento al 50 % degli idonei non beneficiari), allo stato disastroso in cui versano le strutture scolastiche e universitarie (vedi Casa dello studente di Via Roma). Politiche che affamano i territori lasciati alla mercé di palazzinari, responsabili delle morti e della devastazione seguita all’alluvione cui abbiamo assistito nei giorni scorsi.

Il rifiuto e la rabbia di fronte a queste politiche è stato l’elemento unificante le mille persone che ieri sono scese in piazza, decise a chiedere conto ai responsabili. Di fronte a noi che in un migliaio siamo giunti davanti alla sede del Consiglio regionale di Via Roma, niente di diverso da quello che ci aspettavamo: un cordone di polizia. E’ questa l’unica risposta che arriva dall’alto. Polizia che non ha esitato a riversare la propria rabbia sugli studenti, dando vita ad una vera e propria caccia all’uomo, il cui bilancio è quello di quattro feriti.

Tra questi Emanuele, allontanatosi dal corteo perché non in buono stato di salute, è stato picchiato selvaggiamente dalle forze dell’ordine quando ormai si trovava già a loro disposizione. Conseguenza di ciò è stata una denuncia a piede libero per manifestazione non autorizzata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.  A lui, appena dimesso dall’ ospedale, va il nostro pensiero e un forte abbraccio. A lui come, sul versante opposto, a tutti coloro che si sono resi responsabili di questa violenza, dai mandanti politici agli esecutori materiali, va la nostra promessa che non ci fermeremo qua.

Un’altra strada è possibile rispetto a quella che ci viene offerta dalle istituzioni: quella dell’ autorganizzazione e della cooperazione. Un percorso da costruire sottraendo giorno dopo giorno, centimetro per centimetro spazio alla controparte nei territori che attraversiamo durante la nostra vita. Attraverso la costruzione di momenti di socialità, ma anche di scontro con la controparte, individuata nella classe dirigente a livello locale e nazionale.

Idonei non beneficiari? No grazie

Ersu CagliariDa pochi giorni sono uscite le graduatorie definitive per l’ assegnazione di borse di studio e posti alloggio nelle Case dello studente. Ma cosa significa in concreto essere un idoneo non beneficiario che studia nell’ anno accademico 2013-2014? Continua la lettura di Idonei non beneficiari? No grazie

STORIE DI VITA PENDOLARE

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Il pendolarismo è indubbiamente un fenomeno che riguarda moltissimi studenti universitari e che influisce pesantemente sui ritmi di vita e di studi . Spesso la scelta risulta essere quasi obbligata, sia perché le condizioni economiche della propria famiglia non permettono di sostenere le spese di un affitto a Cagliari, che secondo la media risulta essere di circa 215 euro al mese, più le eventuali spese, sia perché i servizi Ersu, che dovrebbero essere in grado di soddisfare le esigenze e i bisogni di questi studenti, di anno in anno vengono continuamente definanziati (quest’anno il numero di idonei non beneficiari arriva a toccare il 50%). E per chi magari pensa di poter sostenere le spese di una vita da studente a Cagliari attraverso piccoli lavoretti , ecco che si ritrova vittima di lavori malpagati, scarsamente qualificati e intermittenti.

 

Qui sotto è presentato il racconto di Gavino, che partendo dalla descrizione della condizione economica della sua famiglia, arriva poi a descrivere la qualità dei trasporti e le problematiche legate alla sua condizione di pendolare.

Continua la lettura di STORIE DI VITA PENDOLARE

★ NOI LA CRISI CE LA SCARTIAMO! ★ | torneo universitario di calcetto |

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Iscrizioni :

– mandare un messaggio privato al profilo del Collettivo (clicca quiENTRO e NON OLTRE il 20 Settembre con scritto:

_____ Nome squadra

_____Nome referente e numero di telefono

Struttura del Torneo

– Il torneo sarà composto da gironi e sarà strutturato in modo tale che ogni squadra giochi almeno due partite. Ogni partita del girone avrà la durata di 20 minuti, della semifinale di 30 minuti e della finale di 45.

– Le squadre dovranno avere un minimo di 5 giocatori

– La quota d’ iscrizione per ogni squadra è di 15 euro

– Ogni squadra deve avere a disposizione due cambi di magliette con colori differenti

– Le partite inizieranno alle ore 14.30

– Sarà presente un banchetto che fornirà acqua fresca gratis agli atleti e birra a prezzi popolari

★ PRIMO PREMIO: cassa di birra grande

★★ SECONDO PREMIO: cassa di birra piccola

★ ★ ★ TERZO PREMIO: sorpresa

EVENTO FB :https://www.facebook.com/events/234349350049586/?fref=ts

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Lo spot del Rettore Melis sull’esenzione dalle tasse

cagliari_guerra_tra_studenti_e_universit_sit_in_contro_tassa_per_chi_non_d_esami-330-0-338995Anche quest’anno l’ateneo cagliaritano prevede l’esenzione del pagamento delle tasse universitarie per gli studenti figli di lavoratori in cassa integrazione o che hanno di recente perduto l’occupazione. Continua la lettura di Lo spot del Rettore Melis sull’esenzione dalle tasse

Meno appelli per l’anno prossimo

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Ci attende un anno accademico complicato il prossimo anno: ci tolgono gli appelli, moltiplicano sbarramenti e ostacoli e nel frattempo investono soldi in nuovi poli didattici.

Ma abbiamo bisogno ora di più risorse e possibilità!

Ma chi sono i responsabili di questa situazione?

Continua la lettura di Meno appelli per l’anno prossimo

Le responsabilità politiche di un pasticcio burocratico.

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Si è finalmente risolto il pasticcio burocratico del mancato accreditamento delle borse di studio da parte dell’ERSU. Finalmente agli studenti è stato dato quello che li spetta, niente di più e niente di meno: la seconda rata della propria borsa di studio. Continua la lettura di Le responsabilità politiche di un pasticcio burocratico.

Borse di studio congelate: l’ ultimo ricatto dell’ ERSU

Stamattina davanti alla sede dell’ERSU di Cagliari si sono presentati gli studenti borsisti dell’Ateneo cagliaritano. Da giorni, infatti, gli stessi lamentavano il mancato accredito della borsa di studio. Per questo stamattina un gruppo si è avvicinato alla sede dell’ente per chiedere spiegazioni ufficiali sul motivo del ritardo. Ritardo inspiegabile per chi ha la necessità di vedersi accreditata una somma che, appunto, gli garantisce di poter continuare i propri studi. Soldi necessari per pagare le spese e potersi mantenere in una città, quella di Cagliari, con costi insostenibili per le famiglie che tentano di offrire un futuro fatto anche di cultura ed istruzione ai propri figli e dove regna indisturbata la speculazione immobiliare.

La mattinata, svoltasi in modo complesso e conclusasi con un nulla di fatto da parte dell’ ERSU, è stata caratterizzata da diverse informazioni che si sono accavallate tra loro in modo confusionario. All’ interno della sede dell’ente sembrava non esserci proprio nessuno, tanto che la stessa rappresentanza studentesca si è vista rifiutare una richiesta di accesso agli atti, in quanto nessuno poteva dare risposte ufficiali: chi era in malattia, chi in ferie, o chi, come Daniela Noli (Presidente dell’ente), non rispondeva alle chiamate; proprio un deserto. La notizia che sembra essere finalmente trapelata è la seguente: “il pagamento delle borse di studio non è stato effettuato in quanto i mandati di pagamento sono vincolati ad una espressione del TAR a favore dell’ERSU in merito al ricorso presentato da un gruppo di studenti contro gli importi minimi delle borse di studio.” Un ricatto bello e buono quello dell’ ERSU che  – nel caso in cui fosse accettato il ricorso fatto da alcuni studenti (che chiedono solo l’adeguamento al minimo ministeriale della borsa di studio) – preferisce rifarsi sugli studenti riformulando le graduatorie, piuttosto che chiedere più finanziamenti alla regione. L’ennesimo ricatto, che arriva dopo il tentativo di mobbing con le oltre trecento raccomandate inviate dall’ERSU agli studenti che paventavano una possibile restituzione della borsa di studio. Sembra proprio che quest’anno l’ERSU invece di una campagna per il diritto allo studio abbia tirato su una campagna di terrore per chi prova a protestare contro le borse di studio più basse d’Italia.

Insomma un vero e proprio scandalo, la comprova che l’ERSU non è più – se mai lo è stato – un dispositivo di tutela ma bensì uno strumento politico per la distruzione del diritto allo studio e di repressione finanziaria contro gli studenti.

Noi del Collettivo Universitario Autonomo non siamo interessati né alle vie legali né alle questioni di cavilli a cui l’ente o la regione si vogliono attaccare. Pensiamo solo che sia illegittimo non erogare le borse di studio agli studenti, compresi gli idonei non beneficiari di cui spesso ci si dimentica. Pensiamo che sia un cappio finanziario, una mossa contro la quale si debba agire a livello politico, contro l’ERSU, contro la Regione e contro le politiche di impoverimento delle fasce più deboli alle quali si tagliano servizi essenziali.

Reclaim (y)our University Pt.2

 SABATO 6 LUGLIO 2013

 

                                              ♦♦♦♦  Ex Facoltà di Lettere e Filosofia – Magistero – Ingresso Piazza D’Armi ♦♦♦♦

    Dalle ore 17.00 – Atrio Magistero  

 

  Presentazione del libro “La forza di piazza Syntagma” di  Fulvio Massarelli

       

  Dalle ore 21.30     

 ★  Iato, SlimFIT, Il fondo dello Zighet IN CONCERTO! 

 ★  Live Painting!!

 

★  BIRRA E VINO A PREZZI POPOLARI!

 

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LA NECESSITÀ DI RIPRENDERCI GLI SPAZI

Contro la chiusura delle case dello studente e contro la speculazione sugli affitti agli studenti!

Contro l’aumento del costo della mensa e contro le prese per il culo dell’Ersu sulla riapertura della mensa di via trentino!

Contro il taglio delle borse di studio e l’aumento degli idonei non beneficiari!

PER un’Università fatta dagli e per gli studenti, gratuita per tutti e con la garanzia di poter studiare con un reddito minimo garantito!

PER un alloggio dignitoso, senza regolamenti da convento e gratuito a tutti gli studenti fuorisede!

PER una mensa di qualità, che sia dignitosa sia per chi magia sia per chi ci lavora, gestita direttamente dall’Ersu senza appaltare a ditte si arricchiscono con fondi pubblici!

L’UNIVERSITA’ E’ NOSTRA! RIPRENDIAMOCELA SABATO 6 LUGLIO 2013!

L’Università è ormai soggetta ad un processo di ristrutturazione, che passa per una razionalizzazione delle spese, per l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione di privati. Un processo di ristrutturazione che passa per la sottrazione degli spazi, e la cancellazione di ogni forma di socialità al loro interno, nel nome della produttività. Chi resta fuori si arrangia.
In questo contesto si inserisce il “Magistero”, sede della Facoltà di studi umanistici, fortemente coinvolta da questo processo di ristrutturazione, soprattutto per quanto concerne gli spazi e il loro legittimo utilizzo. Pensato, più che come centro di aggregazione e condivisione del sapere per tutti, come scrigno del tesoro di una conoscenza per pochi.
Il primo passo è stata la chiusura delle aule di Lettere e Filosofia, con la scusa della difesa da eventuali atti vandalici e del “decoro” di una facoltà che sta morendo.
Per questo abbiamo deciso, come Collettivo Universitario Autonomo, di costruire un’alternativa a chi vuole imporre la desertificazione degli spazi, al divertimento come generatore di profitto e all’ Università come luogo sacro fatto per i mostri del sapere. Un’alternativa fatta della e dalla cultura delle lotte contro chi vuole imporci un modo di vivere che noi non vogliamo.

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Fulvio Massarelli


“La forza di piazza Syntagma – Voci di insurrezione da Atene”

” Il proletariato greco – lo si vedrà in questo libro prezioso – trova in se stesso la forza di rialzarsi, di farsi centrale anche verso i ceti medi impoveriti, di ricostruire ambiti propri di ricomposizione sociale, di produzione e di vita. ”

(Dalla prefazione di Valerio Evangelisti)

Occupazioni di terre e case, autoriduzioni delle bollette, automobilisti che passano i caselli autostradali senza pagare, migranti che si organizzano per bloccare le provocazioni fasciste. Le piccole illegalità di massa continuano a crescere nella Grecia in crisi e dimostrano la forza di un popolo che non vuole arrendersi.
In questo volume sono raccolte testimonianze, a volte dissonanti, dei protagonisti del movimento greco. Voci che ci mostrano le rovine dei processi di globalizzazione e aprono orizzonti su un altro mondo di dignità e giustizia.
Piazza Syntagma è il luogo simbolo dove l’autore ha incontrato i comitati di lotta contro il carovita, le assemblee di quartiere che autogestiscono la distribuzione di beni di prima necessità, le lotte dei detenuti, i centri sociali di nuova generazione, gli studenti universitari, le fattorie, gli ambulatori e le farmacie autogestite. Scopriremo dove cresce la forza politica che si oppone al massacro e che intreccia le braccia in cordoni durante i cortei brutalmente repressi dalla polizia.
Fulvio Massarelli, esperto e profondo conoscitore dei movimenti sociali e delle culture giovanili, è redattore del sito di informazione Infoaut e collaboratore de “il manifesto”. Nel 2012 ha pubblicato La collera della Casbah. Voci di rivoluzione da Tunisi.

 

EVENTO FB : https://www.facebook.com/events/173012972873503/?fref=ts
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A SARÀ DURA: DALLA VAL SUSA ALL’UNIVERSITÀ

“Anche se perderemo ne è valsa la pena”


Questa è una delle espressioni più diffuse dentro il movimento che da vent’anni lotta contro una delle opere più inutili che siano mai state progettate, il Tav Torino-Lione e riportataci da Gianluca, militante No Tav che ci ha presentato ieri il suo libro “A Sarà düra- Storie di vita e militanza No Tav”, inserita all’interno dell’iniziativa “Reclaim your University 1.0”.
Qual è stato il senso di questa iniziativa? 
L’idea parte dalla convinzione che negli ultimi anni l’università sia soggetta sempre più ad un lavoro di “ristrutturazione” degli spazi e del loro legittimo utilizzo, pensato sempre più come uno scrigno del tesoro di una conoscenza per pochi ; un tipo di conoscenza volta alla riproduzione di un sapere mercificato e strumentale al mantenimento degli assetti capitalistici vigenti. L’università, invece, deve essere un centro di aggregazione e condivisione del sapere, anche non accademico, inteso come ipotesi concreta di una modalità differente di immaginazione e di vita all’interno della zona universitaria, che si faccia produttrice di comportamenti,  saperi e cultura autonomi rispetto ai modelli ed ai tempi imposti dalle politiche universitarie e urbane.Da qui la necessità di reclamare appunto degli spazi fondamentali per gli studenti in cui costruire diversità, intesa anche come semplice rifiuto di stare all’interno di determinati vincoli. Ciò è possibile attraverso la costituzione di forme di aggregazione nuove che portino alla realizzazione di nuovi sistemi di relazione che si facciano spazio all’interno del territorio sociale, in questo caso gli spazi universitari.

Una costruzione di diversità che è necessaria non soltanto all’aggregazione e all’organizzazione di una nuova socialità, ma anche alla realizzazione di un processo che sia in grado di formare soggetti politici che definiscono e sostengono un punto di vista, assumendo una posizione di parte. La formazione utile a qualificare il soggetto è quindi quella che valorizza la costruzione di diversità, di un proprio sapere e un proprio saper fare, sociale e politico: la formazione utile è quella che trasmette un metodo per cogliere e considerare i problemi irrisolti. 
Per questi motivi, abbiamo deciso di presentare un libro che racconta una della massime espressioni di cosa voglia dire vivere una lotta che produce una socialità “altra” e una soggettività politica molto forte rispetto a ciò che ci viene imposto quotidianamente: la lotta contro la Tav in Val Susa. E gli spunti che Gianluca ci ha dato in questo senso sono stati veramente tanti, dal racconto di persone qualunque in molti casi poco politicizzate che sono state in grado di superare insieme la paura e attuare una partecipazione diretta rifiutando qualsiasi tipo di delega. Un movimento che è stato in grado di costruire un soggetto unico e composito in grado di ribaltare i rapporti di forza rispetto a quella controparte che vuole imporre, attraverso l’occupazione militare del territorio il proprio punto di vista. Ma, soprattutto, un ulteriore elemento da non sottovalutare è il fatto che in Val Susa si è stati in grado di superare la dicotomia legale/non legale e si è assunto il punto di vista della legittimità come cardine-base della propria azione politica.
Anche il dibattito che ne è seguito è stato ricco di spunti, con molti riferimenti alla situazione che si sta vivendo da noi in Sardegna, dove moltissimi comitati popolari sono in lotta da alcuni anni contro le speculazioni energetiche prodotte da multinazionali quali l’Eni o dallo stesso Stato. 
La serata è continuata perseguendo uno degli scopi principali dell’ iniziativa: vivere gli spazi universitari per quello che sono e non per come li stanno facendo diventare le istituzioni. Una cena sociale di autofinanziamento con musica di sottofondo ha accompagnato la ripulitura di uno dei muri di Viale fra Ignazio imbrattati dalla mano di gruppi di fascistelli che ancora oggi vorrebbero avere agibilità politica all’interno delle nostre facoltà.Foto striscioneFoto dibattitoFOTO CHIARA

Facoltà degli Studi Umanistici: riprendiamoci gli appelli!

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Giovedì 13 giugno il Consiglio della neonata Facoltà di Studi Umanistici ha deciso, su indicazione del preside di Facoltà, di ridurre da 11 a 8 gli appelli d’esame annui dedicati agli studenti fuoricorso, e da 7 a 6 quelli previsti per gli studenti in corso.

 

Il nuovo statuto dell’Università di Cagliari, in vigore da quest’anno accademico, è figlio delle commissioni statuto del 2011, le quali riscrissero gli statuti degli atenei italiani sulla base della riforma Gelmini, approvata con la fiducia al Governo Berlusconi contro la quale migliaia e migliaia di giovani studenti e studentesse precari eressero barricate a Montecitorio negli scontri del 14 dicembre 2010.

Secondo il nuovo statuto il numero delle facoltà dell’ateneo cagliaritano è stato compresso a 6. Un’unica grande Facoltà di Studi Umanistici accorpa le ex facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e Scienze della Formazione.

 

Sino a quest’anno due delle tre ex Facoltà (Lettere e Lingue) offrivano ai fuori corso la possibilità di sostenere 11 appelli annui. Da ieri, per uniformare i calendari didattici delle tre ex facoltà, gli studenti hanno visto cancellata tale possibilità, riducendola a 8 appelli all’anno. Gli appelli per gli studenti in corso passano a essere, invece, da 7 a 6. La complicità del corpo docente con il processo di riforma ha portato presto a mettere d’accordo i professori delle tre ex Facoltà che compongono l’attuale sull’opportunità di sopprimere gli appelli: piuttosto che estendere il numero degli esami agli studenti di Ex Scienze della formazione si è giocato – come al solito – al ribasso.

 

Ancora una volta vediamo moltiplicarsi gli sbarramenti nei nostri percorsi formativi. La riduzione dei servizi – in questo caso degli impegni didattici dei docenti – ci impone l’impossibilità di gestire autonomamente tempi e ritmi di studio facendo scivolare rapidamente le nostre carriere universitarie verso la condizione di fuoricorso o inasprendola attraverso delle sanzioni che non sono più solo monetarie. Un’università con tempi di studio sempre più contingentati vorrebbe esprimere una condizione di studente a tempo pieno. Eppure pochi di noi a oggi possono permettersi questo lusso. La maggior parte degli studenti è costretta a spezzare i propri tempi di studio tra un lavoretto e l’altro pur di riuscire a mantenersi a Cagliari. Il soggetto in formazione è figura compiutamente precaria più che figura studentesca.

Così con meno appelli disponibili aumenta la possibilità di finire fuoricorso, con la certezza di incorrere nelle ulteriori gabelle approntate per la circostanza: sovrattassa per i fuori corso (fino al 30% in più) e sovrattassa di discontinuità (50 euro in più per ogni semestre senza esami). Per i fuoricorso, le possibilità di concludere il percorso di studio si fanno ancora più remote. Oltre alle ben note sovrattasse succitate, la figura dello studente fuoricorso viene sanzionata ulteriormente; la riduzione degli appelli è una manovra strumentale all’Università: lo studente fuoricorso, che il più delle volte diventa tale perché costretto a lavorare  – spesso in nero – per poter studiare, viene utilizzato come capro espiatorio, come merce da mettere a valore. In realtà l’obiettivo dell’Università non è quello di agevolare la figura dello studente fuoricorso: questo studente costituisce per l’Università una fonte di ricchezza, nel momento in cui può estrarne un profitto attraverso l’inasprimento delle tasse.

Difficile sottrarsi a una spirale in cui per continuare a studiare si è costretti a lavorare con una sottrazione di tempo allo studio che viene però sanzionata “per regolamento” con ulteriore erosione di reddito!

Senza contare le difficoltà che incontreranno gli studenti borsisti nel mantenere i benefici con un appello in meno!

 

Non solo. Il caso della soppressione degli appelli ci parla anche del ruolo della docenza in questa università riformata. Pur senza il coraggio di schierarsi apertamente, gli “accademici”, tra ingenuità e opportunismo, si fanno concreti interpreti dello “spirito di riforma” dell’università degli ultimi anni. Da un lato, infatti, radicalizzano, anche nell’amministrazione dei dipartimenti, le misure volte al dimagrimento dei servizi; dall’altro sempre più disertano gli impegni e le responsabilità connesse alla didattica interpretando il ruolo della docenza universitaria entro una dimensione privatistica dove ciò che conta è il progresso di una personale carriera accademica fatta di accreditamento presso l’istituzione attraverso la produzione e la valutazione di ricerca. Sparisce qualsiasi problematizzazione della dimensione collettiva del sapere e della formazione. Gli spazi della relazione pedagogico formativa in questa università vengono soppiantati dai meccanismi di istruzione e selezione dove ciò che maggiormente conta è la razionalizzazione dei tempi.

Allora, da parte di alcuni docenti, bisogna risparmiare sugli appelli, togliere tempo agli studenti per dedicarlo all’ultimo articolo richiesto come parametro per restare a galla o essere promossi.

 

A questa selezione giocata tutta sulla nostra pelle diciamo che non ci stiamo.

 

Ci interessa rimettere al centro di quest’università la natura della trasmissione dei saperi e dei modi della formazione. Crediamo infatti questi siano un patrimonio collettivo che collettivamente debba essere interpretato strappandolo a quei meccanismi che, mercificandolo, lo rendono invece strumento del nostro impoverimento e della nostra esclusione sociale in questa università post-riforma.

Sappiamo che ci sono delle responsabilità nei processi degli ultimi anni e nelle scelte recenti.

Sappiamo che di questa direzione non ne possiamo più e porteremo la nostra opposizione in ogni prossimo consiglio di facoltà fino a farvi tornare indietro!

Reclaim (Y)our University 1.0

                                     Sabato 15 Giugno

 

 

                                                           Facoltà di Economia – Via Sant’Ignazio – CASTEDDU

                                                                                           Dalle 17.00:

                                                               ★ Presentazione del libro “A Sarà Dura – storie di vita e militanza NO TAV”

                                                                                           A seguire:

                                                               ★   APERICENA a offerta, BIRRA a prezzi popolari

                                                               ★   dj set !  DUB | JUNGLE | REGGAE | D’N’B

                                                               ★   live painting

 

 

All’interno del Tour Sardo anche a Cagliari faremo la presentazione del libro “A Sarà Dura – storie di vita e militanza NO TAV“, all’incontro sara’ presente lo scrittore Gian Luca Pittavino, compagno del Centro Sociale Occupato e Autogestito “Askatasuna”, redattore del sito di informazione autonoma e di parte “Infoaut.org“, ed ovviamente militante NO TAV all’interno del “comitato di lotta popolare di Bussoleno”.

“Da oltre un decennio, pressoché l’intera comunità della Val di Susa è mobilitata per impedire la costruzione di una linea ferroviaria ad Alta Velocità. In contrapposizione a media, partiti politici, forze dell’ordine e magistratura, un grande movimento di massa non cessa di crescere e, iniziativa dopo iniziativa, consolida la consapevolezza di poter vincere. I militanti e le militanti del Centro sociale Askatasuna – insieme ad Alberto Perino, Nicoletta Dosio, Mario Cavargna, Claudio Cancelli, Sandro Plano e molti altri protagonisti della lotta NoTav – raccontano le ragioni di un movimento che ha saputo costruire una diversa cooperazione sociale, produrre un’altra scienza, un sapere alternativo, una coscienza capace di tradursi in resistenza di massa. Fermarci è impossibile!”

A sarà düra! Store di vita e di militanza no tav è un libro che non finisce qui!   Sul sito www.saradura.it trovate tutti i materiali audio, video, le interviste e le inchieste prodotte dal lavoro di conricerca svolto dalle realtà della Valsusa in lotta.   Un materiale prezioso per comprendere le modalità e le ragioni della più grande lotta di massa in corso in Italia.

                                                 Evento FB:   https://www.facebook.com/events/256008844542183/

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Via Trentino : la mensa che non c’è

casadellostudenteaaaaviatreDagli uffici di Corso Vittorio Emanuele, sede dell’ ERSU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio), tutto tace.

Nonostante la mensa di Via Trentino sia chiusa da diversi mesi per improrogabili lavori di ampliamento e ristrutturazione, il problema non sembra essere condiviso. “In fondo, ci sono le altre mense. Non dipende da noi. Ci scusiamo per il disagio”, dicono.

E poco importa che, tra una lezione e l’altra, si abbiano solo una o due ore, come spesso capita agli studenti dei poli universitari di Piazza d’Armi e di Viale Fra Ignazio, per attraversare la città e raggiungere la mensa di Via Premuda o Piazza Michelangelo, in pullman (magari in ritardo e sovraffollati), fare la fila e mangiare in fretta un pasto sempre più caro , sperando di fare in tempo prima che la mensa chiuda e/o di dover tornare di corsa a  lezione. Poco importa che l’alternativa sia pagare di tasca propria un pasto che dovrebbe essere già garantito, non potendo magari cucinare perché la propria condizione abitativa non lo consente.

Coloro che sono andati a chiedere conto hanno ricevuto solo risposte vaghe dalla sede dell’Ersu. Non un comunicato di scuse, non una data di riapertura.

” Abbiate pazienza “, “La mensa riaprirà a fine Febbraio”.

Poi, “Ci sono dei problemi con l’iter di approvazione burocratica in Comune “ – “Dovremmo riaprire per la fine di Marzo”.

Ad Aprile inoltrato ancora non si sa nulla. Quanto tempo dovremo ancora aspettare?

Il messaggio che passa, nel silenzio, è: ARRANGIATEVI!

Non sembra essere percepita la necessità di dare delle risposte alternative e concrete a chi continua a subire le incapacità strutturali di un Ente sempre più portato a riversare l’acuirsi della crisi sugli studenti. Rispetto, dignità, emancipazione ed autonomia sono concetti che vengono cinicamente sacrificati sull’altare della “mancanza delle risorse” e della “crisi”. E i pochi servizi che vengono garantiti vengono fatti passare per gentili concessioni.

 Parliamoci chiaro: per chiunque abbia mangiato in Via Trentino, i lavori erano necessari ed improrogabili.

E’ curioso osservare come l’emergenza Via Trentino cada nel momento in cui l’Università è costretta a svendere parte del proprio patrimonio immobiliare per adempiere agli impegni di bilancio. Non sarebbe stato meglio riutilizzare quegli spazi per limitare il disagio creato a tanti studenti dalla chiusura di Via Trentino? “Non sapete di cosa state parlando” diranno. Ma come mai non è stato nemmeno possibile riorganizzare il sistema in modo tale da far sì che una mensa tra Via Premuda e Piazza Michelangelo, nelle quali sono stati dirottati i lavoratori di Via Trentino dopo aver rischiato di finire in cassintegrazione, rimanesse aperta la domenica? E adesso, di chi è la responsabilità?

Lavoriamo per garantirvi il minor disagio possibile con gli scarsi fondi che abbiamo”.

E sicuramente devono aver pensato così anche coloro che a seguito della presentazione del ricorso al TAR,, sono stati colpiti da lettere minatorie per via raccomandata (alla faccia della crisi) con le quali, nel caso in cui il ricorso fosse stato accolto, si intimava la restituzione degli importi già percepiti.

 La condizione degli studenti cagliaritani continua a complicarsi: Aumento esponenziale del numero degli idonei non beneficiari, taglio dell’importo delle borse , meccanismi sempre più improntati alla meritocrazia, carenza strutturale rivelata dalla incapacità di offrire risposte alternative alla chiusura di due case dello studente su cinque; tutto questo mentre i soldi pubblici vanno a finanziare strutture come il College Sant’Efisio .  Non sarà tutto parte dello stesso film???

L’immagine che il “caso via Trentino” ci consegna è quella di un Ente che, trincerandosi dietro la propria presunta tecnicità, si rivela incapace di rispondere ai reali bisogni dei soggetti che è chiamato a proteggere. Non caso unico, ma emblema di un welfare fondato esclusivamente sulla disciplina di bilancio.

Rispetto a questo quadro non possiamo tornare indietro. Sappiamo però che la lotta contro questi dispositivi e contro la governance che li impone ha guadagnato per noi una sua dimensione specifica: se nessuna mediazione è possibile non abbiamo che la riappropriazione contro l’impoverimento.

Ricercare strade alternative ripartendo dalla socialità e dalla cooperazione per rispondere al disagio e al malessere generato dalle scelte della governance è possibile:

” Pranzare insieme all’interno degli spazi universitari non è solo un’occasione per vivere in maniera diversa dal solito uno spazio che è nostro ma l’occasione per ripensare criticamente il mondo che ci circonda, ripartendo dalla socialità e dalla cooperazione.”

   ♦          NOI LA CRISI CE LA MANGIAMO!      

Quando? Lunedì 22 aprile, Fronte Biblioteca Interfacoltà dalle 13:00 alle 15:00. 

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