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Via Roma chiusa?Andiamo a riprenderci ciò che ci spetta!

foto casa dello studenteEra il 20 Settembre 2014 quando un gruppo di studenti occupò simbolicamente l’ ufficio dell’ Ente Regionale per il Diritto allo Studio per porre al centro dell’ attenzione la situazione e il destino della casa dello studente di via Roma, chiusa ormai da più di tre anni.

Nella mattinata si riuscì ad ottenere un incontro con il presidente ERSU Antonio Funedda il quale, dopo mesi e mesi di incertezza, dichiarò che non c’è nessun atto ufficiale di vendita, che si opporrà a qualunque ipotesi di vendita ai privati e che soprattutto la casa, una volta finiti i lavori di ristrutturazione, verrà restituita nelle mani degli studenti.

A sette mesi di distanza pare esserci l’ ennesimo cambiamento di programma riguardante la povera casa dello studente nel centro della città. “Non abbiamo i soldi per i lavori. Non sono nelle nostre disponibilità”. Sono queste le ultime dichiarazioni di Antonio Funedda sui lavori ormai avviati e mai portati a termine.

“Triste realtà, ma è così. Servono milioni di euro per la ristrutturazione totale, risorse oggi assenti nelle nostre casse. Bisogna rispondere a nuove norme in materia di sicurezza, i fondi li può trovare solo la Regione” continua il presidente ERSU in un’ intervista rilasciata durante la giornata di orientamento nella Cittadella Universitaria di Monserrato. Giornata nella quale evidentemente non viene sottolineato, come dovrebbe, un aspetto fondamentale della vita di uno studente universitario.

I 150 posti della casa di Via Roma a cui ormai gli studenti universitari rinunciano da anni sono solo alcuni degli aspetti che dovranno affrontare i fuori sede dell’ anno accademico 2015-2016: dai lavori di ristrutturazione della parte di soffitto crollata in via Trentino, alla facciata completamente da rifare in via Biasi, sino ad arrivare alla costruzione del Campus Universitario del quale però ancora non c’è nessuna traccia. In particolare quest’ ultimo offrirà la cifra irrisoria di 505 posti letto a fronte dei 17 mila studenti fuori sede nel nostro ateneo.

Quest’ultima notizia non è che l’ennesimo problema di una condizione studentesca oramai insostenibile.

Continueremo a lottare per riprenderci quello che ci spetta!

 

Ennesimo disagio nelle case dello studente. Crolla il soffitto di Via Trentino

Via TrentinoStamattina all’alba un’infiltrazione dell’acqua ha provocato il cedimento di una parte dell’intonaco della volta della hall nella Casa dello Studente di via Trentino a Cagliari. Secondo la direttrice generale dell’Ersu, Michela Mancuso, “si è verificato un distaccamento di una parte dell’intonaco della volta in via Trentino. Il cedimento è avvenuto alle 5:20 quando si sono staccati, a causa di una infiltrazione di acqua, due pezzi di intonaco larghi 30 centimetri per 40”. Le foto apparse nei giornali mostrano come solo grazie al fatto che fosse l’alba, non ci troviamo a parlare di una vera e propria tragedia.
Quello che è avvenuto stamane all’alba non è che l’ennesima dimostrazione di come gli studenti siano costretti a vivere ogni giorno nelle case dello studente. Solo negli ultimi anni moltissimi sono gli episodi riguardanti la struttura delle case dello studente che hanno riempito le pagine dei giornali.
Come ad esempio via Montesanto, in cui, dal Giugno 2012 periodicamente si sono avvicendate difficoltà di vario tipo. Dal problema degli impianti non a norma alla necessità di rimuovere la copertura esterna, che si è scoperta essere in fibra di amianto affogata nel cemento, con il conseguente problema della presenza di muffa.
Oppure via Biasi, sotto la luce dei riflettori a causa dei suoi problemi igienici: nel settembre di quest’anno gli abitanti, al ritorno dal commiato estivo, hanno trovato blatte nei gradini, negli impianti doccia, nelle stanze e negli spazi comuni. Ma non solo, anche le finestre avevano urgente bisogno di manutenzione e c’era sporcizia ovunque.
Infine il caso di via Roma, chiusa da due anni a causa dei lavori che dovrebbero ri-ammodernare la struttura, e di cui ancora non si conosce la data di riapertura, nonostante le tante promesse fatte dal presidente Ersu.


Anche stavolta ci diranno che sono solo casi isolati, che non c’è nulla da preoccuparsi, che è solo sfortuna. In realtà questa situazione è causata da responsabili molto precisi: la Regione Sardegna e il suo Ente strumentale Ersu, che scelgono di diminuire di anno in anno i finanziamenti da destinare al welfare studentesco per aumentare invece quelli per la Curia, che negli ultimi due anni ha ricevuto ben 260 euro al mese per ogni studente che veniva ospitato nel College Sant’Efisio, o per costruire opere propagandistiche, come il Campus Universitario, che in realtà sarà semplicemente una casa dello studente da 500 posti in più con qualche aula studio e una mensa.

Non preoccupatevi, comunque, non staremo con le mani in mano: già tre mesi fa gli studenti hanno deciso di occupare un posto a Cagliari per poter finalmente avere il diritto a vivere in un posto a Cagliari senza dover pagare affitti altissimi o senza essere costretti a viaggiare ogni giorno dai propri paesi di provenienza.

Continueremo a lottare per riprenderci ciò che ci avete tolto

12D: occupiamoci dei nostri diritti!

bannerRiportiamo sul blog l’appello  per una partecipazione massiccia di studenti, precari e lavoratori allo spezzone sociale e studentesco in occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil, con l’ausilio della Uil, per il 12 dicembre contro il jobs Act.                                                                                                                             

La grande scommessa del 12 dicembre sarà proprio questa: unire tutte queste categorie colpite dalla crisi e dalle scelte politiche dei vari governi e che hanno assistito a un continuo taglio dei servizi e un’ impossibilità a soddisfare i propri desideri. Partiamo dai nostri bisogni, riappropriamoci dei nostri diritti e occupiamoci dei nostri problemi. Sono le parole d’ ordine di una giornata che ci deve vedere tutti attivi e partecipi senza alcuna discriminazione

Il 12 dicembre migliaia di persone scenderanno in piazza, astenendosi dal lavoro, per il corteo indetto dalla CGIL con l’adesione della Uil. Una risposta ormai indispensabile per il sindacato di Susanna Camusso che, dopo tanto tergiversare, non poteva più aspettare per dare una risposta concreta alle migliaia di lavoratori ormai condannati alla precarietà e allo sfruttamento e che sempre più si vedono negate le più banali garanzie lavorative in nome di un progresso auto-referenziale ed escludente.
Quel giorno in piazza saranno presenti anche gli studenti di tutta la Sardegna, che dovrebbero rappresentare le figure principali per la creazione del sapere nella nostra regione, e invece subiscono da anni una continua dequalificazione ed elitarizzazione dei percorsi formativi. Le politiche degli ultimi anni portate avanti dai governi di centro-destra e centro-sinistra, mandanti delle direttive politiche impostate dal Processo di Bologna, hanno dimostrato la chiara volontà della classe dirigente di smantellare l’università pubblica, rendendo sempre più sterile e nozionistico il sapere universitario. La costante diminuzione del welfare studentesco ha parallelamente generato un sistema competitivo e individualista, creando una vera e propria guerra tra poveri all’interno della componente studentesca. Siamo invece convinti che la soluzione per i problemi degli studenti non sia soltanto scovare chi ogni anno dichiara il falso al momento della richiesta per la borsa di studio e il posto alloggio, ma sia pretendere la copertura TOTALE per tutti coloro che ne hanno diritto.

In questo contesto è la condizione studentesca e giovanile che vogliamo sottolineare. Di fronte ad un sempre più continuo disimpegno da parte dello Stato e della Regione Sardegna, che diminuisce di anno in anno i fondi per il diritto allo studio (esempi chiari di ciò sono i sette milioni in meno da quattro anni a questa parte finanziati per il welfare studentesco, e la diminuzione dei posti alloggio nelle case dello studente, passati dai 955 del 2008 ai 725 nel 2014), gli studenti sono ormai costretti a fare delle scelte drastiche per il prosieguo o inizio della loro carriera universitaria. Da un lato sono spesso obbligati a cercare appartamenti con affitti altissimi, che variano, per esempio a Cagliari, dai 200 euro nelle zone periferiche ai 250 euro delle zone centrali, spesso in nero. Affitti che di anno in anno continuano a salire, anche a causa delle 5000 case sfitte presenti a Cagliari, che fanno salire notevolmente i prezzi degli affitti. Un altro fardello che appesantisce lo svolgimento del corso di studi è il pendolarismo, scelta obbligata per gli studenti costretti a viaggiare dai loro paesi di origine per poter seguire le lezioni e sostenere gli esami, avendo spesso a che fare con ritardi, soppressioni e altri disagi di mezzi pubblici quali treni e pullman. Per chi non è in grado di sostenere queste spese, allora si apre la strada dell’abbandono dall’università: è questo ciò che lo scorso anno sono stati costretti a fare 257 studenti iscritti al primo anno non appena hanno scoperto di essere idonei non beneficiari. A causa sia del disimpegno delle istituzioni preposte sia delle conseguenze che questo provoca, osserviamo come ormai non esistano più gli studenti “puri”, ma anzi, spesso questi sono costretti a cercare dei lavori precari, malpagati e senza alcuna garanzia, per poter sostenere una vita universitaria nel capoluogo sardo. Oppure sono obbligati ad emigrare: i dati Istat affermano che un giovane su due è disposto a trasferirsi nel resto d’Italia, uno su tre all’estero. Sappiamo che dietro questi tagli ci sono chiare volontà politiche: esplicativo in questo senso il fatto che dal 2009 ad oggi l’FFO (fondo di finanziamento ordinario), utile per l’attuazione e il corretto funzionamento dei corsi e dei piani didattici, è passato dai 136.1 milioni di euro ai 114 milioni, causando la chiusura di tanti corsi di studio (siamo passati dai 90 del 2009 ai 78 odierni), il mancato turnover dei ricercatori e il pensionamento dei docenti. Allo stesso modo, vediamo come invece per l’apparato militare i fondi siano sempre cospicui: 90 i milioni che la Regione Sardegna destinerà all’apparato della Difesa, mentre il governo ha acquistato 90 aerei da guerra F35, ognuno dei quali costato tra i 97 e i 105 milioni di euro. Con i fondi utilizzati per uno di questi aerei da guerra potremmo pagare 27.000 borse di studio con l’importo massimo che l’ERSU di Cagliari paga ai fuori sede.

I dati altissimi di dispersione scolastica, la diminuzione costante negli ultimi anni del numero delle immatricolazioni e l’incremento del numero di NEET (giovani che non lavorano, nè stanno nei percorsi formativi) e di emigrati, sono da leggere in parallelo e sono la viva testimonianza di un territorio che non crede e non investe nella sua popolazione giovanile con politiche miopi e spesso clientelari.

Partiamo dalla nostra condizione giovanile e dai luoghi di riferimento in cui ci confrontiamo ogni giorno, ovvero le facoltà, le case dello studente, le biblioteche e le mense. Liberiamoci dalla nostra condizione, che ci vede meri fruitori di un servizio prodotto dalle fabbriche del sapere. Ricreiamo nella nostra città luoghi di aggregazione, scambio e socialità alternativi ai ritmi dettati dall’università azienda e dalla città gentrificata. Questa è la grande scommessa del 12 dicembre: riprendersi le strade e la città, riconquistando spazi di libertà in cui il confronto all’interno della popolazione studentesca sia slegato da dinamiche di profitto o produzione.
Solo noi possiamo dare una spinta decisiva per un cambiamento reale dei luoghi che quotidianamente viviamo, mettendoci in gioco giornalmente e credendo nella possibilità di non emigrare , non accontentandoci ma rilanciando costantemente per conquistare sempre maggiori spazi di libertà indipendenti da chi ci ha costretto a partire o da chi ci obbliga ad avere a che fare con servizi tagliati o, peggio ancora, svenduti.

Ersu: economia e ricatti. Continuano le testimonianze degli studenti

Terza foto via Biasi
Immagine delle condizioni della casa dello studente di via Biasi al rientro dalle “vacanze estive” degli studenti che vi abitano

I disagi creati dall’ Ente regionale per il diritto allo studio, in questi anni, continuano senza tregua, e continua anche la nostra raccolta di testimonianze degli studenti direttamente colpiti dalle inadempienze dell’ ente. Stavolta abbiamo intervistato Enrica, studentessa al terzo anno di Lingue e Comunicazione a Cagliari. La ragazza ha molto da raccontarci, dal momento che ha avuto la possibilità di vivere in quasi tutte le case dello studente della nostra città. Le sue parole hanno portato alla luce aspetti molto interessanti.

 

 

 

 

Molto spesso ciò che emerge dal dialogo con gli abitanti delle case è la sensazione che questi sembrino essere considerati dall’ ERSU come degli ospiti piuttosto che come persone che stanno beneficiando di un loro diritto.

È ciò emerge anche dalle parole di Enrica, quando racconta della sua esperienza all’interno del College Sant’ Efisio, struttura a carattere universitario gestita dalla Fondazione omonima (di cui fanno parte la diocesi di Cagliari, Regione, Provincia di Cagliari e diversi enti privati quali la Saras) e finanziato dalle precedenti giunte regionali guidate da Italo Masala e Renato Soru. Il tutto per un totale di 8 milioni e 800 mila euro, a cui si aggiungeranno i dieci milioni che saranno stanziati dall’attuale governo della Regione per il suo completamento.

“Se a casa tua non si usa pagare le bollette e la tua famiglia è abituata ad essere mantenuta dallo Stato, non sono problemi nostri, qui dentro funziona diversamente”. Queste parole, rivolte alla studentessa, mostrano lo smisurato e inadeguato potere di chi gestisce materialmente il college.

Ma sono diversi gli aspetti  sottolineati da Enrica: dalla divisione dei piani per sesso alla possibilità di fare solo 4 lavatrici al mese, passando per la mancanza di cucine presenti nella struttura- posto che, dal momento che i pasti concessi ai borsisti sono solo 240, pranzare e cenare ogni giorno in mensa equivale a esaurire il vitto in quattro mesi- sino ad arrivare alla situazione forse più grave che possa capitare, ovvero i controlli che regolarmente il prete di turno eseguiva all’interno delle stanze, senza alcuna autorizzazione né apparente motivazione.

La studentessa ha poi proseguito specificando che questi problemi sono stati esposti anche all’interno degli uffici ERSU, ma i dirigenti parevano ignorare completamente come funzionasse la vita all’interno del College, dimostrando ancora una volta la mediocrità del loro operato.

“Io quando abitavo là ero soggetta a due regolamenti: quello dell’ERSU e quello dei preti che gestivano la casa”. Con questa frase Enrica sintetizza molto bene la vita dentro la struttura.

Ma forse l’episodio più assurdo avviene durante il periodo in cui il Papa giunse a Cagliari, nel settembre del 2013. Il College avrebbe dovuto ospitare il capo religioso e tutta la sua organizzazione e, come era ben prevedibile, gli studenti son stati costretti a trasferirsi nelle altre strutture universitarie. “Da come ci hanno trattato sembravamo dei terroristi”, ci tiene a sottolineare la ragazza.

La studentessa prosegue poi raccontandoci la sua esperienza in altre due case dello studente di Cagliari, via Trentino e via Biasi.

La cronaca ci permette di comprendere come le problematiche riguardino ogni struttura, mostrando, dunque, la mala gestione da parte dell’Ente. Case diverse ma soliti problemi.

La casa di via Biasi, ad esempio, è stata recentemente sotto la luce dei riflettori a causa di problemi igienici. Nel settembre di quest’anno gli abitanti, al ritorno dal commiato estivo, hanno trovato uno strano comitato d’accoglienza: blatte nei gradini, negli impianti doccia, nelle stanze e negli spazi comuni. Ma non solo, anche le finestre avevano urgente bisogno di manutenzione e c’era sporcizia ovunque. Ciò ha scatenato la reazione indignata di alcuni studenti, che in un primo momento hanno contatto i dirigenti Ersu, ma non sentendosi ascoltati hanno poi inviato le foto che attestavano la condizione della casa agli agenti Nas e alla Asl di Cagliari, i quali hanno annunciato un’ ispezione. Ma anche questa situazione è stata soffocata magistralmente dall’ERSU, tant’è che solo poche testate hanno riferito la notizia, facendo sembrare l’avvenuto “normale”. Successivamente, come ci dice la stessa Enrica, chi gestisce la casa ha iniziato ad applicare il regolamento in modo serrato, come se stessero punendo gli studenti che hanno voluto alzare questo “ingiusto” polverone.

Ma questo non è l’unico episodio spiacevole. Le parole di Enrica sul disagio vissuto nelle case sono molto significative: “Non possiamo ricevere le chiavi di camere che sono ridotte in questo stato. Non possiamo vivere in strutture non create, ma adibite alla bell’e meglio per gli studenti. Molte stanze non hanno le scrivanie,  usano lo scotch per aggiustare le finestre, gli spazi comuni sono puliti da agenzie esterne in maniera sommaria, anche perché il contratto prevede una pulizia per uffici, non per una casa dello studente.” Sì, perché all’ERSU funziona così: si fa economia sulle spalle degli studenti.

“Molti beneficiari, però, ringraziano di avere un posto letto. Ma non funziona così. Siamo studenti, non bestie. Non è possibile che su quattro strutture a Cagliari, solo via Trentino sia una vera casa dello studente. Le altre sono edifici costruiti per altre attività, e poi adibiti a studentati”.

Le inadempienze dell’ERSU possono essere riassunte in due parole: economia e ricatti. Così l’ente che dovrebbe garantire il diritto allo studio porta avanti il suo operato, gravando sulle spalle di studenti che non possono fare altro se non assecondarne la gestione pur di non ritrovarsi in mezzo a una strada e perdere quella tranquillità economica che consente loro di studiare serenamente.

 

Seconda foto via BiasiPrima foto via Biasi

 

Casa dello studente di via Roma: la chiamano ristrutturazione ma si legge speculazione

casa

 

Venerdì 12 settembre sono uscite le graduatorie provvisorie per l’assegnazione delle borse di studio e dei posti alloggio alle case dello studente. Si ripresenta, anche quest’anno, il problema degli idonei non beneficiari, ovvero coloro che “possiedono i requisiti richiesti dal bando ma non possono usufruire del beneficio richiesto, per l’insufficienza delle risorse disponibili”. Osservando i dati degli ultimi anni, ad esempio sui posti alloggio alle case, la definizione di “insufficiente” parrebbe troppo poco: uno dei dati è la diminuzione dal 2011 ad oggi di 126 posti alloggio. Manca all’appello la casa dello studente di via Roma, per tantissimi anni considerata ottima dagli studenti per la sua invidiabile posizione, ma quasi invivibile per gli innumerevoli problemi che ogni giorno venivano a presentarsi (perdite idriche, tubature malandate che non facevano arrivare nelle stanze degli studenti l’acqua, che in compenso filtrava dai soffitti). Dopo un anno e mezzo di attesa sono finalmente iniziati i lavori, che probabilmente, serviranno solamente a rendere la struttura vendibile a qualche privato.

Secondo le dichiarazioni rilasciate durante la presentazione dell’anno accademico 2014/2015 da Luca Funedda, presidente dell’Ersu da alcuni mesi, l’ipotesi di vendita viene tenuta in considerazione: “Vendere? Valuteremo tutte le ipotesi che si possono mettere in campo”. E sulla stessa linea d’onda si è espressoil consiglio comunale di Cagliari, a maggioranza Sel, approvando il 9 luglio un ordine del giorno con il quale si chiede al sindaco di “avviare una pronta interlocuzione con l’Ersu tesa a riaprire l’ex Hotel Moderno (l’attuale casa dello studente in via Roma. ndr) con una destinazione pubblica; non escludendo ma favorendo anche la ripresa dell’attività turistica e ricettiva attraverso accordi con privati”.

Insomma, le istituzioni responsabili del diritto allo studio fanno una scelta ben precisa: utilizzare soldi pubblici (i soldi spesi per la prima tranche di lavori si aggirano intorno ai 500.000 euro) per mettere in sesto una struttura per poi venderla al miglior offerente. Tutto questo per noi ha un nome ben preciso: si chiama SPECULAZIONE.

Ma via Roma non è che la punta dell’iceberg della malagestione targata ERSU: anche le altre case dello studente risultano essere fatiscenti. L’esempio più eclatante risulta essere via Montesanto, chiusa per tutto il mese di settembre a causa della necessità di ristrutturare le stanze rimaste chiuse per la presenza di muffa, proliferata per la negligenza dell’ente nella pulizia delle stesse e nella manutenzione della struttura, che salta all’occhio anche semplicemente guardando la condizione esterna dello stabile,fatiscente da piu di 2 anni Uno dei tanti problemi che periodicamente si sono presentati negli ultimi due anni: dal problema degli impianti non a norma alla necessità di rimuovere la copertura esterna, rivelatasi essere in fibra di amianto affogata nel cemento, con il conseguente problema della presenza di muffa. Infine, nel mese di giugno di quest’anno, l’esplosione dell’emergenza legionellosi, che ha costretto gli studenti ad un trasferimento proprio durante la sessione di esami.

A fronte di una situazione di questo tipo, agli studenti non possono bastare “le promesse fatte in campagna elettorale”. Così come non ci può bastare la promessa della costruzione del campus universitario: i posti che in teoria dovrebbero essere destinati saranno 1219. Un numero irrisorio rispetto ai 17.000 studenti fuori sede presenti a Cagliari.

No, cara Ersu, non ci si può permettere di fare loschi affari con i privati di Cagliari, per poi farli ricadere sulle spalle degli studenti. Non è possibile costringere gli studenti a scegliere tra delle soluzioni che in un modo o nell’altro influenzeranno i loro tempi di vita e di studio, e che allungheranno ulteriormente la loro carriera universitaria. Sono troppi gli studenti che devono ricorrere a lavori precari e malpagati, affitti da 250 €, e con contratto irregolare nel 92% dei casi.

No, cara Ersu, non vogliamo la casa di Via Roma in mano a palazzinari e speculatori, la rivogliamo messa a nuovo e pronta ad accogliere tutti gli studenti che ne hanno il diritto.

CdA ERSU: le poltrone e i “compiti a casa”

ccccDopo circa un mese in cui sono risultate “vacanti”, le poltrone del CdA dell’Ersu tornano ad essere occupate. Conosciamo meglio i nuovi “nominati”:

Il Presidente sarà Antonio Luca Funedda: 49 anni, originario di Nuoro, ricercatore in Geologia strutturale docente nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Ateneo cagliaritano.

A completare la componente politica, Gianluigi Piras e Cosimo Ghiani.

Il primo è stato scelto dal segretario sardo del PD Silvio Lai ed è vicino alle posizioni di Giuseppe Civati. Nel suo curriculum figura questa brillante dichiarazione rivolta alla campionessa di salto con l’asta Isinbayeva, schierata al fianco di Vladimir Putin nella campagna anti-gay:
Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari domani ci ripenso. Magari mi fraintendono”.
A causa di queste dichiarazioni alcuni giorni dopo decise di abbandonare tutti gli incarichi, dentro e fuori il PD.

Il secondo, invece, è stato scelto dall’Udc, partito per il quale si era anche candidato per la carica di Consigliere regionale alle scorse elezioni, senza però essere eletto.

Per i docenti, invece, il rappresentante eletto è Antonella Fais, ricercatrice di Biochimica nel Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Ateneo Cagliaritano. Il rappresentante degli studenti resta Francesco Pitirra.

È servito più di un mese, dunque, per poter scegliere il Consiglio d’Amministrazione dell’Ersu Cagliari. Evidentemente i gravi problemi in cui versano gli studenti universitari non sono servite ad accelerare le nomine.

Per la Regione Sardegna sembrerebbe più importante “accontentare” persone che non hanno incarichi di prestigio in politica piuttosto che porre un freno ai tagli drastici alle borse di studio e ai contributi Fitto Casa, aumentare i fondi per mettere a posto le fatiscenti Case dello Studente, riaprire la casa di Via Roma per gli studenti e non venderla al miglior offerente quando i lavori saranno conclusi (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=37054), senza che effettivamente si sappia nulla di certo per quanto riguarda il nuovo Campus.

Questi sono i problemi con i quali dobbiamo confrontarci ogni giorno. Questi sono i problemi ai quali pretendiamo risposte immediate. E non basterà dire “siamo solo tecnici. Non possiamo far nulla”. Vogliamo ciò che ci spetta!

 

Taglio agli appelli. Le ultime novità.

Foto Taglio appelliDalle sedi istituzionali deputate alle decisioni sul futuro degli studenti, ai cui lavori è impossibile assistere (a meno che non si abbia la stelletta da rappresentante), giungono delle notizie importanti riguardanti l’annosa questione del taglio appelli. Passiamole in rassegna ad una ad una:

Il Consiglio di Facoltà, nella seduta del 27 Marzo[1], ha deliberato:

– Il ripristino, in deroga a quanto stabilito, degli 11 appelli per gli studenti del vecchio ordinamento di Scienze della Formazione primaria;

– La necessità, in vista della formulazione del calendario didattico per il prossimo A. A., che i Consigli di Corso si esprimano sull’annoso tema del numero degli appelli.

In seguito a ciò, questi sono i primi responsi ufficiali:

–          Il Consiglio di Corso di Beni Culturali ha bocciato la proposta degli 11 appelli, sostenendo invece la necessità di un ulteriore appello per gli studenti in corso e fuori corso nel mese di aprile[2].

–          Il Consiglio di Corso di Scienze della Comunicazione ugualmente boccia la proposta. Dal verbale, pare sia emerso che addirittura gli appelli esistenti siano troppi.[3]. Magari gli studenti ci prendono gusto

–          Il Consiglio di corso di Laurea in Lettere, invece, ha approvato, con un solo astenuto, il ripristino, dal prossimo anno accademico, degli 11 appelli per gli studenti fuoricorso[4]. Continua la lettura di Taglio agli appelli. Le ultime novità.

ELEZIONI UNIVERSITARIE: Un tiro al piccione

piccioni01Come vuole la tradizione, ogni tanto, viene aperta la caccia al piccione. Improvvisamente, bislacchi  cacciatori escono dalle tane in cui sono rimasti a lungo chiusi, imbracciano i loro fucili, li caricano a coriandoli e via! La caccia è aperta. Continua la lettura di ELEZIONI UNIVERSITARIE: Un tiro al piccione

IL MANUALE DEL PERFETTO SPECULATORE

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Vendere via Roma “Non è un’ eresia”. È questa la dichiarazione del 14 marzo di Paolo Pirino, neo presidente dell’ ERSU nominato con una mossa a sorpresa l’ 11 febbraio dall’ ormai ex presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ma questa affermazione non risulta essere una notizia dell’ ultima ora; va invece a confermare le paure espresse da alcuni studenti nel gruppo Facebook dell’ ERSU in tempi non sospetti. Paure dissipate dalla vecchia presidentessa Daniela Noli, che ha lasciato la poltrona per tuffarsi nella campagna elettorale delle ultime elezioni regionali. Continua la lettura di IL MANUALE DEL PERFETTO SPECULATORE