#19D. TIFIAMO RIVOLTA!

 

 

 

 

Oggi siamo scesi in piazza insieme agli studenti medi in mobilitazione per dare continuità al lavoro politico iniziato e che ha avuto come tappe fondamentali quelle del #14N, del #24N e del #19D.

Autonomi ed autorganizzati abbiamo deciso di non richiedere l’autorizzazione del percorso alla Questura, per esprimere la nostra contrarietà ad ogni forma di dialogo con coloro che sono complici dell’attuale sistema di potere. Non riteniamo rispettabile una legge  come quella che proibisce le manifestazioni non autorizzate, emanata nel 1931, apice della repressione del fascismo.

 

Abbiamo deciso di recarci davanti alla sede dell’Assessorato alla Cultura, complice delle politiche di taglio al diritto allo studio e al sistema del welfare e di occupare i binari per esprimere il nostro disagio attraverso forme di sciopero che vadano oltre la classica passeggiata e che creino un reale disagio contro chi lo vuole imporre sulle nostre stesse vite. Dall’Assessorato alla Regione attacchiamo tutte quelle rappresentanze istituzionali che, svuotate e rese strumento del nostro impoverimento, distruggono le nostre prospettive di vita. Non abbiamo intenzione di fermarci, ma di costruire un nuovo progetto politico attraverso forme di riappropriazione dal basso.

 

“Noi tifiamo rivolta!” perché solo attraverso nuove metodologie che scavalchino il sistema della rappresentanza potremmo costruire una reale alternativa.

 

 

STAY TUNED!

STAY HUNGRY!

STAY REBEL!

 

Cagliari. #19D: gli studenti bloccano tutto!

Oggi, #19D, il movimento degli studenti medi cagliaritani è sceso in piazza per ribadire il proprio NO ai tagli al sistema dell’istruzione e al sistema welfaristico.

Gli studenti delle scuole in mobilitazione hanno deciso di convocare il corteo odierno per esprimere il proprio dissenso nei confronti di un progetto politico volto allo svuotamento del pubblico a tutto vantaggio dei privati (vedi DDL Aprea).

Il corteo, autonomo ed autorganizzato, nasce come continuazione del lavoro politico avviato nelle scuole che, con le giornate del #14N, del #24N e del #14D ha portato alla nascita di un movimento desideroso di costruire un nuovo progetto per la riappropriazione del proprio futuro. Non a caso gli istituti con maggiore presenza in piazza (Michelangelo, Dettori, Siotto, Giua, Alberti, Brotzu, Pitagora, Eleonora d’Arborea) provengono dalle recenti esperienze di occupazione, autogestione e blocco della città che hanno preparato questo corteo. Non di secondaria importanza l’elemento di rottura evidenziato fin dalla natura della convocazione del corteo che ha scelto di manifestare senza autorizzazione e ha visto una partecipazione molto più nutrita rispetto a un secondo corteo studentesco, al contrario autorizzato, convocato in piazza Giovanni XIII. Non c’è da chiedere il permesso a nessuno quando la volontà politica è chiaramente quella di bloccare l’esistente per crearsi gli spazi della sua trasformazione.

Radunatisi in Piazza Yenne, gli studenti hanno deciso di raggiungere l’Assessorato Regionale alla Cultura, complice di queste politiche di ristrutturazione del sistema della formazione. Il corteo selvaggio forte di 3000 presenze, si è snodato per le strade del centro cittadino cagliaritano: Largo Carlo felice, Via Roma, Viale Trieste. Non ha desistito inoltre di fronte al tentativo di pressione esercitato dalle forze dell’ordine, dando un chiaro segnale di scelta e maturazione politica liberandosi dal controllo della polizia cambiando più volte percorso e rendendo illeggibili alla digos le proprie intenzioni. Arrivati davanti all’Assessorato ci sono stati alcuni momenti di tensione causati dalla pressione esercitata sui manifestanti che volevano entrare dentro la struttura.

Al grido di “Occupiamo anche la stazione” i compagni mossi da un entusiasmo che va ben oltre la “canonica” passeggiata mascherata da manifestazione studentesca, si è mosso con il deciso intento di occupare i binari della stazione di Cagliari. Occupare tutto, bloccare tutto: questo è il sentimento reale e vivo degli studenti medi, l’unica reale opposizione al disagio imposto alle stesse soggettività studentesche. Percorrendo i binari fino ad arrivare alla stazione centrale di Piazza Matteotti al grido di “Noi la crisi non la paghiamo” il corteo ha raccolto al solidarietà dei passanti, molti dei quali si aggiungevano alla voce dei cori che rimbombavano nella stazione dei treni.

Abbandonati i locali della stazione di piazza Matteotti, il corteo non ancora sazio, si è diretto verso la sede del Consiglio Regionale Sardo in via Roma davanti al totale sbigottimento delle sfiancate forze dell’ordine. Il corteo ha sostato sotto la regione scaldando gli animi al grido “Occupiamo anche la Regione” e cercando di forzare gli ingressi, generando qualche tensione con le forze di polizia, per esprimere la volontà di riappropriazione del proprio futuro.

Dalla Regione il corteo selvaggio ancora affamato di azione si è diretto di nuovo verso Piazza Yenne, lì da dove era partito, dove davanti alla statua imperante di Carlo Felice alcuni compagni hanno esposto lo striscione: Tifiamo Rivolta!

Tifiamo rivolta contro il disagio della crisi, delle misure di austerity.

Tifiamo rivolta a favore del disagio creato dai cortei selvaggi che si battono contro l’impoverimento partendo dalla riappropriazione e dall’antagonismo,nell’imprevedibilità sulle modalità di sciopero e blocco. Quel retorico disagio che le istituzioni utilizzano per nascondere il vero disagio che loro stesse hanno creato.

Il corteo di oggi ha fatto un passo in avanti rivoltando lo stesso significato di disagio contro chi questo disagio ce lo impone. Per questo ha scelto di rilanciare con un’assemblea pubblica, convocata per domani alle 18 al liceo classico Siotto, in cui chiamare a un confronto e a una discussione sul futuro e le prospettive della mobilitazione anche docenti e studenti universitari.

                                                                               

                                                                   Noi non ci scusiamo per il disagio. Tifiamo Rivolta!