Vendere via Roma “Non è un’ eresia”. È questa la dichiarazione del 14 marzo di Paolo Pirino, neo presidente dell’ ERSU nominato con una mossa a sorpresa l’ 11 febbraio dall’ ormai ex presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ma questa affermazione non risulta essere una notizia dell’ ultima ora; va invece a confermare le paure espresse da alcuni studenti nel gruppo Facebook dell’ ERSU in tempi non sospetti. Paure dissipate dalla vecchia presidentessa Daniela Noli, che ha lasciato la poltrona per tuffarsi nella campagna elettorale delle ultime elezioni regionali.
Regola no 1: DISTRUGGERE
La Casa di via Roma è chiusa da più di un anno per lavori di ristrutturazione. Lavori che in realtà non sono mai iniziati. La causa di questo disservizio pare essere la condizione disastrosa in cui versa l’ impianto idrico dell’ intera struttura. Infatti gli studenti vivevano la paradossale situazione per la quale nelle stanze non arrivava acqua, che in compenso filtrava dai soffitti. “L’impianto idrico non è stato riadattato probabilmente a causa della classificazione a bene storico dell’edificio, ciò ha impedito di effettuare gli interventi necessari per sostituire e adeguare le tubature”, afferma Pirino nelle sue ultime dichiarazioni. Ma la condizione di questa struttura è solo la punta dell’iceberg: la situazione delle altre case non è molto diversa. La Mensa, nel seminterrato della Casa dello Studente di Via Trentino, è chiusa da più di un anno, la casa di via Montesanto cade letteralmente a pezzi e gli studenti che la abitano sono costretti a vivere in condizioni pessime in attesa di essere sgomberati per una ristrutturazione (come già successo in via Roma).
Regola no 2: SVENDERE
Il palazzo Vivanet passò nelle mani dell’ ERSU nel 1997 per la modica cifra di 12 miliardi di lire, uno dei quali a carico degli ex proprietari, la famiglia Cannas, per mettere a norma gli impianti. Questi interventi evidentemente non sono mai stati effettuati. Che fine hanno fatto questi soldi? “Non posso rispondere.” – ha detto Pirino. Nonostante sia stato “già firmato il contratto per la messa a norma degli impianti” e “i lavori dovrebbero iniziare entro questo mese”, a distanza di 17 anni l’ente responsabile al diritto allo studio contempla l’idea di svendere uno dei posti alloggio simbolo dell’ateneo cagliaritano. Infatti secondo i piani alti di via Sassari, economicamente è più conveniente lasciare la struttura nelle mani di albergatori e uomini d’affari, piuttosto che garantire 185 posti letto agli studenti bisognosi. Sono queste le ragioni che spingono alla vendita della struttura di 2.287 mq, valutata 7,5 milioni di euro. I palazzinari cagliaritani nel frattempo affilano i denti.
Regola no 3: RICOSTRUIRE PER SPECULARE NUOVAMENTE
Affila i denti la Curia cagliaritana, proprietaria del College Sant’Efisio (struttura costruita con 18 milioni di euro di fondi pubblici) che ha “ospitato” gli studenti negli ultimi due anni, e per questo lautamente ricompensata. Affilano i denti i costruttori al cospetto degli utili prospettati dalla costruzione del nuovo Campus Universitario. Rigettiamo in toto questa nuova speculazione. Rivogliamo la Casa di Via Roma.
Siamo stanchi di un Ente che invece di garantire il Diritto allo Studio pensa a come svendere le sue proprietà universitarie, alimentando un’emergenza abitativa che diventa via via sempre più grave e ingrassando le tasche dei soliti palazzinari. Non ne possiamo più di vedere i vari presidenti dell’ERSU giocare con la nostra pazienza. Non siamo disposti a tollerare l’ennesima speculazione. E questo (vedi galleria completa) è solo l’inizio.