Stamattina abbiamo simbolicamente occupato l’ufficio dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio per porre al centro dell’attenzione la situazione e il destino della Casa dello studente di Via Roma, chiusa ormai da due anni. Sei mesi fa sono finalmente iniziati lavori ma le ultime notizie ci dicono che al termine di questi la struttura non sarà destinata agli studenti ma venduta ai privati per fare un albergo.
Questo si evinceva dalle parole di Antonio Funedda, neo presidente Ersu, che alla presentazione dell’anno accademico 2014/2015 dichiarò: “Vendere? Valuteremo tutte le ipotesi che si possono mettere in campo”.
Della stessa lunghezza d’onda il consiglio comunale di Cagliari, che il 9 luglio ha approvato un ordine del giorno con il quale si chiede al sindaco di “avviare una pronta interlocuzione con l’Ersu tesa a riaprire la casa dello studente, favorendo anche la ripresa dell’attività turistica e ricettiva attraverso accordi con privati”.
Scelte che hanno dell’assurdo, perché sono ben altri i problemi che attanagliano gli studenti universitari: un continuo de-finanziamento del welfare studentesco da parte della regione; il numero degli idonei non beneficiari che quest’anno arriverà a toccare il 47%, la casa dello studente di via Montesanto attualmente chiusa e di cui sono solo ipotesi le date di riapertura, una diminuzione dei posti alloggio dal 2012 di 126 posti.
E non riteniamo sufficiente la promessa della costruzione del campus universitario in viale la Playa nel 2019: i posti che in teoria dovrebbero essere destinati saranno 1219. Un numero irrisorio rispetto ai 17.000 studenti fuori sede presenti a Cagliari, che a causa della mancanza di posti alloggio e fondi per le borse sono costretti scegliere tra delle soluzioni che in un modo o nell’altro influenzeranno i loro tempi di vita e di studio e allungheranno ulteriormente la loro carriera universitaria, tra lavori precari e malpagati e affitti che superano i 200 euro.
Successivamente all’occupazione simbolica dell’Ersu, abbiamo ottenuto di parlare con il presidente Ersu, a cui siamo riusciti a strappare la dichiarazione, dopo mesi e mesi di incertezza, che, nonostante ciò che è stato scritto nei giornali, non c’è nessun atto ufficiale di vendita e che si opporrà a qualunque ipotesi di vendita ai privati.
Sulla situazione degli idonei non beneficiari, ci ha confermato l’ormai continua diminuzione dei fondi pubblici per bose e case.
Una situazione dunque insostenibile, che continueremo a far presente contestando davanti ai diretti responsabili: Ersu, Regione e Comune di Cagliari