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Sindaco e Abbanoa attaccano le scuole occupate. Ma gli abitanti rispondono: LA CASA NON SI TOCCA!

a282952b7eba47cbc3f37bdbe206484ff1dc8ff880c68d3e81ca4c84Anche a Cagliari, come in tante altre città, l’incapacità delle istituzioni di rispondere alla domanda abitativa provoca una situazione emergenziale. Capita così che alcune famiglie, che aspettano da anni una casa popolare, siano spinte ad occupare alcuni edifici scolastici inutilizzati di proprietà del comune: l’ex scuola Mereu, quella di via Zucca a Pirri e di Via Flumentepido a San Michele.

Al loro interno, tra gli altri, vivono circa venti bambini, diversi anziani, una ragazza incinta e due disabili. Dopo anni di sacrifici, dopo essersi impegnati per adattare quegli spazi (altrimenti inutilizzati) alle proprie esigenze, per alcuni di loro è arrivata l’ennesima mazzata: Abbanoa – l’azienda che si occupa del servizio idrico nel territorio sardo – eseguendo direttive del Comune, ha provveduto allo slaccio coatto dell’utenza. Gli edifici interessati dall’ordinanza sono la scuola “Mereu” e quella di via Flumentepido. Lo stesso provvedimento è stato minacciato da Abbanoa per quanto riguarda gli abitanti della scuola di Via Zucca, qualora decidessero di resistere a quello che di fatto è un tentativo di mandarli via.

Sono questi i primi effetti dell’applicazione del “Piano Casa” del governo Renzi, che all’articolo 5 recita:

“Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non puo’ chiedere la residenza ne’ l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge.”

Il provvedimento trova numerosi zelanti esecutori sul piano locale: tra i primi in Italia, l’amministrazione comunale cagliaritana, insieme ad Abbanoa. Per questo, lunedì mattina abbiamo partecipato al sit-in indetto sotto gli uffici comunali dalle famiglie occupanti. L’invito rivolto al sindaco Zedda di sedersi ad un tavolo per trovare insieme una soluzione, regolarizzando i contratti per le utenze dell’acqua precedentemente a carico dell’amministrazione comunale, è stato rifiutato adducendo come scusa la celebrazione di un matrimonio. Come se ciò non bastasse, in seguito alla notizia, la Digos ha mostrato tutto il suo nervosismo di fronte ad una situazione potenzialmente conflittuale, minacciando di denunciare occupanti e solidali.

Lasciando da parte le promesse troppo spesso pronunciate, non sembra esserci da parte dell’amministrazione (quella della città dalle 5000 case sfitte) nessuna intenzione di instaurare un dialogo con chi è vittima delle proprie inefficienze. Ma solo quella di eseguire, chinando il capo e lasciando alla propria sorte gli occupanti, le direttive nazionali (auspicando magari che i soliti palazzinari regalino nuovi sogni sulla costruzione di ghetti al solo vantaggio delle proprie tasche).

Siamo al fianco degli occupanti in questa giusta lotta per un diritto fondamentale quale è quello per la casa. Un diritto negato e calpestato da chi dovrebbe garantirlo. Per questo, di fronte ad un’emergenza sempre più pressante incontriamoci ed auto-organizziamoci per riprenderci ciò che è nostro. 

 

CdA ERSU: le poltrone e i “compiti a casa”

ccccDopo circa un mese in cui sono risultate “vacanti”, le poltrone del CdA dell’Ersu tornano ad essere occupate. Conosciamo meglio i nuovi “nominati”:

Il Presidente sarà Antonio Luca Funedda: 49 anni, originario di Nuoro, ricercatore in Geologia strutturale docente nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Ateneo cagliaritano.

A completare la componente politica, Gianluigi Piras e Cosimo Ghiani.

Il primo è stato scelto dal segretario sardo del PD Silvio Lai ed è vicino alle posizioni di Giuseppe Civati. Nel suo curriculum figura questa brillante dichiarazione rivolta alla campionessa di salto con l’asta Isinbayeva, schierata al fianco di Vladimir Putin nella campagna anti-gay:
Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari domani ci ripenso. Magari mi fraintendono”.
A causa di queste dichiarazioni alcuni giorni dopo decise di abbandonare tutti gli incarichi, dentro e fuori il PD.

Il secondo, invece, è stato scelto dall’Udc, partito per il quale si era anche candidato per la carica di Consigliere regionale alle scorse elezioni, senza però essere eletto.

Per i docenti, invece, il rappresentante eletto è Antonella Fais, ricercatrice di Biochimica nel Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Ateneo Cagliaritano. Il rappresentante degli studenti resta Francesco Pitirra.

È servito più di un mese, dunque, per poter scegliere il Consiglio d’Amministrazione dell’Ersu Cagliari. Evidentemente i gravi problemi in cui versano gli studenti universitari non sono servite ad accelerare le nomine.

Per la Regione Sardegna sembrerebbe più importante “accontentare” persone che non hanno incarichi di prestigio in politica piuttosto che porre un freno ai tagli drastici alle borse di studio e ai contributi Fitto Casa, aumentare i fondi per mettere a posto le fatiscenti Case dello Studente, riaprire la casa di Via Roma per gli studenti e non venderla al miglior offerente quando i lavori saranno conclusi (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=37054), senza che effettivamente si sappia nulla di certo per quanto riguarda il nuovo Campus.

Questi sono i problemi con i quali dobbiamo confrontarci ogni giorno. Questi sono i problemi ai quali pretendiamo risposte immediate. E non basterà dire “siamo solo tecnici. Non possiamo far nulla”. Vogliamo ciò che ci spetta!

 

Taglio agli appelli. Le ultime novità.

Foto Taglio appelliDalle sedi istituzionali deputate alle decisioni sul futuro degli studenti, ai cui lavori è impossibile assistere (a meno che non si abbia la stelletta da rappresentante), giungono delle notizie importanti riguardanti l’annosa questione del taglio appelli. Passiamole in rassegna ad una ad una:

Il Consiglio di Facoltà, nella seduta del 27 Marzo[1], ha deliberato:

– Il ripristino, in deroga a quanto stabilito, degli 11 appelli per gli studenti del vecchio ordinamento di Scienze della Formazione primaria;

– La necessità, in vista della formulazione del calendario didattico per il prossimo A. A., che i Consigli di Corso si esprimano sull’annoso tema del numero degli appelli.

In seguito a ciò, questi sono i primi responsi ufficiali:

–          Il Consiglio di Corso di Beni Culturali ha bocciato la proposta degli 11 appelli, sostenendo invece la necessità di un ulteriore appello per gli studenti in corso e fuori corso nel mese di aprile[2].

–          Il Consiglio di Corso di Scienze della Comunicazione ugualmente boccia la proposta. Dal verbale, pare sia emerso che addirittura gli appelli esistenti siano troppi.[3]. Magari gli studenti ci prendono gusto

–          Il Consiglio di corso di Laurea in Lettere, invece, ha approvato, con un solo astenuto, il ripristino, dal prossimo anno accademico, degli 11 appelli per gli studenti fuoricorso[4]. Continua la lettura di Taglio agli appelli. Le ultime novità.

ELEZIONI UNIVERSITARIE: Un tiro al piccione

piccioni01Come vuole la tradizione, ogni tanto, viene aperta la caccia al piccione. Improvvisamente, bislacchi  cacciatori escono dalle tane in cui sono rimasti a lungo chiusi, imbracciano i loro fucili, li caricano a coriandoli e via! La caccia è aperta. Continua la lettura di ELEZIONI UNIVERSITARIE: Un tiro al piccione

IL MANUALE DEL PERFETTO SPECULATORE

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Vendere via Roma “Non è un’ eresia”. È questa la dichiarazione del 14 marzo di Paolo Pirino, neo presidente dell’ ERSU nominato con una mossa a sorpresa l’ 11 febbraio dall’ ormai ex presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ma questa affermazione non risulta essere una notizia dell’ ultima ora; va invece a confermare le paure espresse da alcuni studenti nel gruppo Facebook dell’ ERSU in tempi non sospetti. Paure dissipate dalla vecchia presidentessa Daniela Noli, che ha lasciato la poltrona per tuffarsi nella campagna elettorale delle ultime elezioni regionali. Continua la lettura di IL MANUALE DEL PERFETTO SPECULATORE

Ersu: storie di ordinaria censura

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Anche quest’ anno Cagliari aderisce all’ Israeli apartheid week, serie di iniziative annuali organizzate nelle città e nei campus di tutto il mondo. Conferenze, eventi multimediali e spettacoli culturali hanno lo scopo di educare le persone su come la natura dell’ apartheid israeliana influisca nei confronti dei palestinesi dei Territori Occupati e di Israele. Ma questo importante evento, al quale partecipano quasi 200 città in tutto il mondo, non ha solo uno scopo informativo. Continua la lettura di Ersu: storie di ordinaria censura

Docenti indecenti: cronaca di una mattinata noiosa

Niente di nuovo. Niente di bello. Si potrebbe sintetizzare così la giornata di ieri. L’assemblea tra studenti, autorganizzatisi nella Assemblea contro il taglio degli appelli, e docenti della Facoltà degli Studi Umanistici si è chiusa con un nulla di fatto. Alla richiesta delle motivazioni per le quali è stato votato questo taglio, Prof. Paulis ha risposto con un soporifero intervento, una pioggia di numeri che tutto volevano esprimere tranne le motivazioni richieste. O almeno non direttamente. Non che ci si potesse aspettare nulla di diverso da chi ha voluto e approvato il taglio (che, ricordiamolo, ha portato il numero degli appelli annui 11 a 8 appelli per gli studenti fuori corso, da 7 a 6 per gli studenti in corso).

taglio appelli sfondo copia Continua la lettura di Docenti indecenti: cronaca di una mattinata noiosa

Verso l’assemblea del 6 Marzo: RIPRENDIAMOCI GLI APPELLI!!!

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Stamattina, come Assemblea contro il taglio degli appelli, abbiamo bloccato per mezz’ora l’inizio delle lezioni nel Corpo Centrale del Magistero. Non siamo disposti ad accettare passivamente il taglio votato dai docenti in Consiglio di Facoltà e la loro volontà di ignorare le nostre ragioni, espressa disertando l’incontro fissato due mesi prima per il 26 febbraio, adducendo come scusa la mancanza di preavviso. Dopo mezz’ora, abbiamo deciso di partire in corteo attraversando le biblioteche e le aule degli altri edifici. Le reazioni sono state varie. Prof. Mascia, ad esempio, si è mostrato contento e desideroso di partecipare all’assemblea del 6 marzo. “Ci sono tante contraddizioni – ha detto – nello stesso corpo docente. Tra coloro che si devono adeguare alle decisioni, e pochi altri che le impongono”. Radicalmente opposta è stata la reazione di Prof. Nuvoli. Non che ci si potesse aspettare niente di diverso da uno dei massimi rappresentanti di Comunione e Liberazione.Nuovo appuntamento…

Mercoledì 5 Marzo – ore 13
Giardino Antistante Mensa Via Trentino
https://www.facebook.com/events/592192447542256/

Viviamo un momento di socialità in uno spazio ormai dimenticato da chi dovrebbe provvedere al Diritto allo Studio, per discutere e organizzarci in vista dell’assemblea studenti/docenti del 6 marzo.

RIPRENDIAMOCI GLI APPELLI!!!

Riprendiamoci gli appelli: verso la giornata di lotta del 6 Marzo

meno appelliIl 26 Febbraio si sarebbe dovuto tenere l’incontro tra gli studenti della Facoltà degli Studi Umanistici, autorganizzatisi nell’ Assemblea contro il taglio degli appelli, e i docenti in merito al taglio stesso. Perché il condizionale? Nonostante l’incontro fosse già stato fissato e i docenti avvisati con due mesi di anticipo, si sono presentati soltanto il preside della Facoltà ed un altro professore, adducendo come scusa l’assenza di un preavviso dell’ultimo minuto. L’Assemblea studentesca ha proposto ai docenti un nuovo appuntamento per la giornata di ieri, 28 Febbraio, declinato dai docenti in quanto, citiamo prof. Paulis, preside della Facoltà, “il venerdì è una giornata scomoda”. Ennesima prova della loro incapacità e l’indisponibilità a capire il nostro punto di vista, il loro costituirsi non come interlocutori per la risoluzione di un problema, ma come parte del problema. Per questo, l’assemblea si è tenuta ugualmente nonostante l’assenza dei docenti. E’ emersa la volontà di accettare l’incontro del 6 Marzo e la necessità di organizzarsi per far capire ai docenti, il cui atteggiamento si è rivelato paternalistico, quando non canzonatorio, che non siamo disposti a cedere.

Non siamo disposti ad aspettare in silenzio fino all’ incontro del 6 marzo, ma vogliamo far arrivare la nostra protesta a tutti gli studenti possibili. Sia chiaro a tutti che non ci fermeremo fino a quando non raggiungeremo l’obiettivo: riprenderci tutti gli appelli!

Report di un’assemblea senza docenti

Che dire dell’assemblea di oggi? Tutti noi che aspettavamo i docenti, i responsabili del taglio agli appelli, non abbiamo trovato che Prof. Paulis e Prof. Virdis. Sostenevano l’impossibilità per i colleghi di avvicinarsi all’assemblea in mancanza di preavviso. Due mesi d’anticipo, concordare l’appuntamento con il Preside come hanno fatto i ragazzi dell’Assemblea contro il taglio degli appelli evidentemente, per loro, non basta.

E’ evidente come non ci sia nessun interesse da parte loro a confrontarsi con gli studenti, uscire dai propri uffici per vedere come le loro decisioni si ripercuotano sulla nostra pelle, alle prese con borse di studio e servizi insufficienti, lavori sottopagati.

Non molliamo. Se loro non sono disposti ad ascoltarci saremo noi, molto presto, a farci vedere.L’obiettivo è uno solo: 11 appelli! Non siamo disposti a cedere di un millimetro.

 

Assemblea Venerdì 28 Febbraio – ore 11 Atrio Corpo Centrale

 

Sono invitati anche i docenti. Certo, vista la giornata odierna, non ci aspettiamo molto da chi è parte del problema. Certo è che se dovessero decidere di non presentarsi, sarà chiaro come da parte loro non ci sia alcuna disponibilità al confronto. E non ci sarà neanche da parte nostra!

 

#RIPRENDIAMOCI GLI APPELLI!

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Le LOTTE non si arrestano!

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Ieri mattina una grossa azione repressiva è stata condotta dalle questure di Roma e Napoli nei confronti dei militanti dei movimenti di lotta per la casa, delle soggettività antagoniste e dei precari organizzati.

Nella capitale sono stati 17 i compagni del movimento per il diritto all’abitare (Blocchi Precari Metropolitani, Coordinamento Lotta per la Casa, Acrobax e Alexis) che hanno ricevuto delle misure restrittive. Sette sono stati posti agli arresti domiciliari e altri dieci all’obbligo di firma. I fatti si riferiscono alla giornata del 31 Ottobre, quando più di mille persone assediarono la conferenza Stato-Regioni. Le accuse vanno da resistenza e violenza a pubblico ufficiale a rapina per la sottrazione di alcuni scudi e manganelli durante le cariche.

 Nella città partenopea, invece, 10 compagni  sono stati posti agli arresti domiciliari e 15 all’obbligo di dimora, tutti appartenenti ai “Precari organizzati B.R.O.S.”. Questi provvedimenti si riferiscono a manifestazioni che vanno dal 2010 al 2014 ed il reato contestato è partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico e la pubblica amministrazione, quasi accomunando chi lotta per rivendicare i propri diritti per un futuro migliore alle peggiori cosche della camorra.

 Il duplice attacco della controparte ai movimenti, dimostra come dietro queste azioni ci sia una chiara volontà politica di voler stroncare alcune realtà che si stanno sempre di più rafforzando e consolidando in varie città italiane. Quello che è stato e quello che significa il 19 Ottobre fa paura, soprattutto dopo la partecipatissima assemblea dello scorso 9 febbraio alla Sapienza, che ha rilanciato la data del 12 aprile come nuova mobilitazione nazionale.

 Non faremo mai un passo indietro e non ci lasceremo intimidire dalla repressione di coloro che pensano di poterci fermare, che per di più sono gli stessi che ci hanno trascinato in fondo a questa crisi economica e che credono che l’unico modo per uscirne sia l’austerità. Abbiamo già dimostrato, e continueremo a farlo, che l’unica via possibile è quella della riappropriazione, e che il gesto di occupare le case sfitte è solo la punta dell’iceberg di un percorso di contropotere.

 Come compagni del Collettivo Universitario Autonomo Casteddu e del Collettivo Autonomo Studenti Casteddu vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà ai compagni vittime di queste misure restrittive, consci che non sarà questa repressione intimidatoria a fermare le lotte.

MENSA DI VIA TRENTINO: tra problemi burocratici finti e responsabilità reali

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Era il luglio del 2012 quando la mensa di via Trentino è stata chiusa per lavori di ristrutturazione, e  ancora stiamo aspettando che il servizio ritorni operativo.

Fin dalla sua apertura, la mensa è sempre stata organizzata in modo che il cibo venisse cucinato nelle altre mense e poi spedito in via Trentino. Questo fino all’estate di quasi due anni fa, quando sono iniziati i lavori per costruire una cucina e una canna fumaria necessari alla preparazione del cibo all’interno della mensa stessa. Continua la lettura di MENSA DI VIA TRENTINO: tra problemi burocratici finti e responsabilità reali

Nuovo Anno Accademico: NULLA DA FESTEGGIARE!

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Oggi 13 Gennaio 2014 il Magnifico Rettore ha inaugurato il nuovo anno accademico. Un nuovo anno all’insegna dei tagli presentati come razionalizzazione del sistema. Lo abbiamo ricordato ai professori e alle autorità ammesse ad assistere alla cerimonia, insieme ai lavoratori dei servizi di pulizie, portierato e servizi esecutivi. L’attacco nei loro confronti è un attacco a tutti noi. Per tutti noi però, a differenza di professori imbellettati e complici sindacati studenteschi, non c’era posto. Alle cerimonie così come dentro l’Università, sempre più un luogo per pochi. Il “buon risultato” – per usare le parole del Rettore Melis, fresco di nomina a rappresentante CRUI alla Conferenza Universitaria Nazionale (CUN) – conseguito con la previsione di bilancio per il nuovo anno accademico è un ulteriore attacco alle condizioni di lavoratori e studenti, alle prese con una didattica scadente e lavori sottopagati. Quali sono, però gli effetti di questo “buon risultato” , riportato anche grazie all’esternalizzazione dei fondamentali servizi di pulizia, portierato e multiservice?

– taglio del 20 % delle ore lavorative per coloro che si occupano delle pulizie, nonostante questi vengano contemporaneamente utilizzati come forza lavoro per l’adempimento di altre funzioni;

– deroga al Contratto Nazionale imposta da una delle ditte appaltatrici, che continua a fare riferimento ad un contratto non sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, che aspettando arrivi la Grazia stanno a guardare; libera di fare ciò che ha voluto, l’azienda dopo aver ridotto l’orario di lavoro al personale, dichiarato “in esubero”, ha provveduto nuove assunzioni alla faccia degli altri dipendenti.

Come non spendere una parola il consueto massiccio impiego di forze di polizia a protezione del palazzo e le autorità che, al suo interno, si godevano la cerimonia alla faccia nostra e dei lavoratori.

Nuovo anno accademico: nulla da festeggiare.

La presa in giro della qualità: cosa sono i Decreti A.V.A?

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I decreti A.V.A. sono decreti attuativi la Riforma Gelmini, il D. Lgs. 240/2010. Questi impongono agli atenei italiani un regime di controllo della qualità della didattica fondato su tre parole d’ordine: economicità, efficienza, efficacia. Parole che, nei fatti, servono a coprire drastici tagli. La quota premiale riservata ai virtuosi è, infatti, tale da essere in ogni caso inferiore ai precedenti finanziamenti.

Innanzitutto A.V.A. è l’acronimo di Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento. Parole d’ordine di un sistema definito dai D. Lgs. 19/2012 e D. Lgs. 47/2013.

Ogni anno, le Università saranno obbligate a presentare un documento, la Scheda Annuale Unica (SUA), che presenta un quadro dell’offerta formativa prevista per il successivo anno accademico. Questa per poter essere attivata, attraverso l’accreditamento dei fondi necessari (accreditamento iniziale) dovrà essere approvata e soggetta ad un costante controllo della sua erogazione in termini di “qualità” e “sostenibilità” da una commissione interna composta da docenti e studenti dell’Ateneo, poi da un nucleo di valutazione apposito, l’ANVUR (attraverso ispezioni a sorpresa). A ciò si aggiungono ulteriori controlli a cadenza triennale e/o quinquennale (accreditamento periodico).

I nuovi rigidi paletti prevedono, innanzitutto, per attivare una triennale un minimo di 13 docenti (di cui almeno 4 professori, 9 appartenenti a settori disciplinari di base o caratterizzanti, massimo 3 docenti per attività affini e integrative); 8 per una magistrale (di cui almeno 3 professori, almeno 5 docenti appartenenti a ssd caratterizzanti, massimo 3 appartenenti a ssd affini e integrativi). Non potranno essere attivati corsi che non rispettino questi requisiti minimi. A cadere sotto i colpi della scure saranno anche le ore di lezione erogabili, con l’accorpamento (col risultato di avere aule sovraffollate e caotiche, alla faccia della qualità) e la cancellazione di interi corsi.

A Torino tutto ciò porterà entro l’A.A. 2016/17 ad una riduzione delle ore di lezione complessive dalle 240.000 attuali a 220.000. A questo si accompagna una ridefinizione al ribasso del rapporto numerico docente/studenti. Quali saranno gli effetti di questi cambiamenti, uniti al blocco del turnover previsto dal D. Lgs. 240/10 (Legge Gelmini):

1) accorpamento e/o la chiusura di interi corsi per l’assenza di personale docente;

2) introduzione generalizzata del numero chiuso;

3) ricorso a finanziamenti privati, aziende, istituti bancari con conseguente dirottamento della didattica, partecipazione a bandi e progetti europei perché i corsi superstiti possano sopravvivere al taglio dei finanziamenti;

Quali siano i parametri di qualità registrati è difficile spiegarlo. Proprio perché questa qualità non c’è e l’obiettivo non è quello del miglioramento quanto piuttosto quello di una trasformazione irreversibile dell’università secondo il modello anglosassone.

Il processo è già in atto. In questo contesto infatti si inseriscono i questionari standard di valutazione degli insegnamenti da compilare per ogni esame, test e interviste agli studenti. Ma lo vediamo più semplicemente nella vita di tutti i giorni, alle prese con aule sovraffollate e didattica scadente.

Ad essere sotto esame non sono però, come potrebbe sembrare, esclusivamente gli studenti, ma anche i docenti. Sotto sono elencati tutti i parametri (presentati dall’Allegato E del D. Lgs. 47/2013) che saranno oggetto di valutazione perché venga garantito l’accreditamento periodico:

* la percentuale dei docenti inattivi (ovvero coloro che hanno pubblicato negli ultimi cinque anni);

* Produzione scientifica degli ultimi dieci anni da parte dei docenti dell’Ateneo;

* Numero di premi nazionali e internazionali;

* Attività di divulgazione scientifica e culturale;

* Rapporto numero di progetti in bandi competitivi da parte dei docenti dell’Ateneo negli ultimi dieci anni;

* Percentuale di prodotti di ricerca negli ultimi 5 anni con coautori internazionali;

* Numero medio di tesi di dottorato per docente;

Sotto questa luce assume tutto un altro significato il taglio degli appelli deliberato dal Consiglio della neonata Facoltà degli Studi Umanistici (frutto dell’accorpamento delle ex Facoltà di Lettere, ex Facoltà di Lingue ed ex Facoltà di Scienze della Formazione previsto dalla Legge Gelmini) nel mese di maggio. Non solo, dunque, frutto di pressioni da parte dei docenti di Scienze della Formazione, restii a vedersi aumentare il numero degli appelli ma parte di un più ampio processo di ristrutturazione dell’università. Certo verrebbe da chiedersi come mai, scambiando due chiacchiere con i docenti, molti tra i più attivi nel campo della ricerca siano indifferenti al taglio, non considerandolo determinante. Verrebbe da chiedersi come chi non ha fatto ricerca finora possa improvvisamente risvegliare la sua sete di conoscenza. Ma tutto questo non deve distoglierci dall’obiettivo fondamentale che ci siamo dati: riprenderci tutti gli 11 appelli senza se e senza ma. Senza badare alle ragioni portate da coloro i quali non si sono fatti scrupolo ad ignorare le nostre.